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Storia Della Scuola

Milleottocentoottantotto. L'Italia unita compie ventisette anni e da diciotto
Roma è capitale del Regno. Umberto I di Savoia è re e con la regina Margherita governano. Lodi nel 1888 conta circa 27 mila abitanti: 177 mila vivono nel circondario suddiviso in 112 comuni. La città si trova al centro di un territorio tra i piú fertili d'Italia, sede di un'agricoltura ad alto e vario profilo.

Prevale la medio-grande proprietà fondiaria: il fondo è diretto ed amministrato dal fittabile che vive in cascina dove vivono anche i contadini, gli addetti alle stalle e al caseificio. La cascina, in genere assai popolata, è il cuore e il centro dell'azienda agricola
I prezzi dei prodotti vengono stabiliti al mercato di Lodi che è luogo di
contrattazioni e di affari, punto di riferimento - con Cremona e Mantova - della
realtà agricola della Bassa Lombardia.
Nel 1888 a Lodi vi sono la Sottoprefettura, la Camera di Commercio, il Comizio Agrario, gli uffici giudiziari e la Banca Popolare (la prima sorta in Italia).

I borghesi comandano anche qui: sono moderati o progressisti, a seconda
delle varie convenienze e convinzioni, però detengono con mano salda il
potere politico ed economico. 

Sta per nascere il socialismo organizzato secondo il pensiero e il programma di Marx, diffuso per la prima volta in Italia negli anni '70 proprio dal giornale lodigiano "La Plebe di Enrico Bignami e il popolo di quella Lodi che Engels aveva definito: "il primo pied-à-terre del marxismo in Italia" sarà disponibile ad accogliere quel messaggio di rinnovamento sociale. Anche perchè c'è molta povertà in giro: e allora quello era il nome della miseria. Piu di tremila persone sono iscritte all'elenco dei poveri, e nel circondario c'è una percentuale di pellegrosi de 7%.che è la più alta della provincia di Milano.

Per completare il quadro (si fa per dire) non dimentichiamo le forze armate. In virtù della sua posizione e dei molti ex-conventi disponibili ad essere
utilizzati come caserme. Lodi è stata centro militare di notevole rilievo.

E la scuola? Lodi, città di servizi, ha una lunga, nobile tradizione di studi.
Nel 1888 funzionano il R. Liceo-Ginnasio P. Verri, la R. Scuola Normale che prepara i maestri elementari, le R. Scuole Tecniche, oltre, naturalmente, le scuole
comunali primarie e i corsi serali per lavoratori, pure gestiti dal Comune.

In questa rapida panoramica non può mancare un cenno alle istituzioni sanitarie ed assistenziali cittadine che sono il Grande Ospedale Maggiore
sorto nel 1459 per volontà del Vescovo Carlo Palavicino, il piccolo Ospedale Fissiraga aperto nel 1773 in virtù di un lascito ed affidato al Fatebenefratelli, la Congregazione di Carità, che gestisce anche un grande Ospizio per anziani, e poi gli Orfanotrofi, femminile e maschile.

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Nella Lodi del secondo Ottocento, nonostante tutto"in progresso' e aperta al nuovo, malgrado tensioni e contraddizioni, emerge l'esigenza di dotare
la città di una scuola media superiore che prepari tecnici necessari al territorio, specializzati soprattutto nel settore amministrativo e in agronomia.
Se ne fa vigoroso interprete il Comune tramite il Sindaco avv. Egisto Riboni e l'assessore all'Istruzione prof. ing. Giovanni Gandini.

Precisamente il 6 settembre 1888 ecco l'atteso annuncio. Il Ministero, con nota n.11461, decreta ufficialmente la fondazione dell'Istituto Tecnico di Lodi, con le due sezioni di commercio-ragioneria ed agronomia, e con l'avvertenza che si sarebbe proceduto gradualmente nell'apertura dei corsi, cominciando dal primo.
L'Istituto apre le iscrizioni il 1 ottobre e il 25 dello stesso mese iniziano le lezioni del primo corso nei locali del vecchio Castello già caserma austriaca, e contenitore di vari corsi scolastici diurni e serali.

Si costituisce subito la "Giunta di vigilanza" dell'Istituto, presieduta dal
prof Secondo Cremonesi. Ne è vice-presidente l'avv. Giovanni M. Zanoncelli
e componente l'avv. Tiziano Zalli, l'ing. Giuseppe Bellinzona, nonchè il Preside prof. Narciso Mencarelli. Ci si mette subito al lavoro: viene commissionato
materiale scientifico e tecnico.

Il Preside, nel corso di una cerimonia svoltasi alla presenza del Prefetto di Milano,
sottolinea con forza particolare come l'Istituto risponda ai bisogni pratici del
luogo e come gli studi tecnici diano vantaggi immediati in quanto il tipo di istruzione impartita conduce "ad una posizione sociale non spregievole, a una professione sufficientemente lucrosa". Nel frattempo l'Istituto in avanzata rapida
e continua cambia ancora intitolazione e viene dedicato, in via definitiva, ad
Agostino Bassi. Dedica quanto mai opportuna e pertinente, perchè il mite Bassi, lodigiano di nascita e di vita, è scienziato vero, scopritore della teoria parassitaria dei morbi. Precursore e pioniere della microbiologia, studioso della nostra realtà agricola, sotto l'aspetto tecnico, economico e sociale.
L'Istituto Bassi, dunque, cresce: nella struttura, nei corsi, nelle sezioni, nel-
l'attività complementare. Si pensi, ad esempio, ai corsi pomeridiani e serali
aperti a tutti, di stenografia, dattilografia, lingue straniere, storia dell'arte, cultura generale.

E' il secondo decennio del nostro secolo: si sono appena celebrati i cinquant'anni dell'unità d'Italia, mentre il canto di Tripoli bel suol d'amore" si mescola ai cori rivoluzionari di braccianti ed operai, quando cominciano a soffiare venti impetuosi di guerra sull'Europa e sul mondo. Da noi si scontrano
spesso duramente, neutralisti e interventisti: Lodi non fa eccezione e gli studenti
del "Bassi" scendono in piazza.
Sono i primi di maggio del 1915: la Camera dei Deputati, in maggioranza
contraria all'ingresso dell'Italia nel conflitto, manifesta apertamente la propria solidarietà all'On. Giolitti, leader dello schieramento neutralista; il Presidente
del Consiglio Antonio Salandra, che è di convinzioni contrarie, si dimette. E' un
coup de théatre" e niente più, forse suggerito da Gabriele D'Annunzio, gran
tamburino e propagandista dell'intervento: Salandra, del resto, in pieno accordo
con la Corona, ha già firmato a Londra un patto segreto che prevede l'entrata in guerra dell'Italia a fianco di Gran Bretagna e Francia entro la fine del
mese. Ma i deputati non lo sanno, e neanche il Paese: men che meno gli studenti (ingenui ed influenzabili, sempre). Ecco perchè gli alunni del "Bassi" organizzano cortei al grido di "Viva la guerra!"'e vengono alle mani con opera
e soldati, prendendole di santa ragione.

Del resto l'entusiasmo dei giovani è stimolato dai loro insegnanti che sono in gran parte nazionalisti. Non stupisce quindi che, dopo la guerra, molti professori e studenti passino dal nazionalismo al fascismo e che tra gli insegnanti
si scontino almeno due segretari del fascio di Lodi, alcuni squadrtisti, e un redattore de "Il Popolo d'Italia" quotidiano del partito fascista.
Politica a parte il corpo docente del "Bassi" è di medio-alto livello. Il Preside, della prima guerra mondiale sino alla vigilia della seconda, è un veneto
di Cittadella, Il prof. Antonio Marenduzzo, già docente di lettere ed autore di
molti apprezzati manuali scolastici.

l Preside Marenduzzo non solo dà vita ad una
serie varia e cospicua d'iniziative nell'ambito del "Bassi" che si dilatano all'esterno coinvolgendo città e territorio, ma offre autorevolezza culturale all'attività del regime fascista nell'ambito lodigiano.

Al "Bassi" dunque si fa un pò di tutto. Si studia, certo, ma si tengono anche conferenze sui più disparati argomenti, si organizzano gite, passeggiate,
feste. incontri, manifestazioni pubbliche specie quelle patriottiche (e se ne organizzano anche in proprio): un attivismo
vitalistico che trova naturale, anzi logico sbocco nello
sport dove l'Istituto si impone, sia a livello cittadino che provinciale e regionale in varie competizioni individuali e di squadra: scherma, ginnastica, atletica, 
calcio e canottaggio. 

Altre forme di attività devono dunque sussistere e prosperare accanto
all'insegnamento propriamente detto, attività intellettuali, morali, fisiche che integrano l'azione del maestro e che sono altrettanto indispensabili.

 

Anni Trenta.

Le disposizioni ministeriali sul riordinamento degli Istituti Tecnici stabiliscono la creazione di un corso inferiore, che trova sede nel vecchio Castello di Porta
Regale e di due corsi superiori: Commerciale ad indirizzo amministrativo e per Geometri. con sede in casa Taxis e locali adiacenti in corso Milano. Nasce cosi, formalmente, a partire dall'anno scolastico 1933-34 I'I.T.C.G
"A. Bassi" che però - di fatto - conta già 45 anni, ben portati, e si trova in
in piena maturità.
E' la casa che ormai gli sta stretta, vecchia ed ammalorata com'è.

ll progetto, elaborato dall'Arch. Dodi e dall'Ing. Signori, prevede la demolizione totale del castello, del caffé e l'eliminazione del giardino pubblico
co. Nell'area resa libera sorgeranno la sede dell' Istituto Tecnico, a cura della Provincia.

Il cantiere procede e il nuovo edificio sorge a ritmi abbastanza celeri, tanto che l'inaugurazione dell'anno scuola, avvenuta il 1942, il "Bassi" è completamente sistemato in locali al fine degni dell'Istituto e della sua funzione educativa. Intanto
imperversa il secondo terribile conflitto mondiale, col suo carico
d'odio, di fame, di stragi e di morte.

Quel che resta del "Bassi" nell'anno di disgrazia 1944 e fino alla primavera del 1945 si trasferisce in parte al Collegio Cazzulani e in parte al Collegio delle Grazie, fra un mitragliamento e una retata, mentre "grande è il disordine
sotto il cielo". Lo stesso edificio, il mattino del lunedi di Pasqua del 1945, viene
sfiorato dal bombardamento aereo che distrugge abitazioni sotto il torrione e
in corso Vittorio, facendo una quarantina di vittime. Ma è vicina la primavera
della liberazione. che avviene per noi il 26 aprile del 1945 Lodi e l'Italia, sia
pur ferite e povere, tornano a vivere con tanta speranza e tanta voglia di riprendere e di ricostruire.

L'Istituto Tecnico A. Bassi di Lodi riprende cosi la sua normale attività
educativa.

Il gusto della libertà porta gli studenti a sperimentare manifestazioni comprensibili ma opinabili, dall'andamento incerto e dall'esito variamente giudicato, come lo «sciopero per il freddo» del novembre '45 che solleva in città entusiasmi ed indignazioni e che fa finire in guardina alcuni dei più accesi promotori.

Comunque, malgrado qualche tentennamento e qualche sussulto, la ripresa c'è, il costume democratico si afferma in un'operosa ricostruzione del
Paese, e se ne vedono i risultati. Il << Bassi continua a distinguersi non solo per
il suo lavoro educativo e formativo, ma anche per i successi ottenuti in attività
parascolastiche o integrative >>

Con il prof Giuseppe Bianchi, l'istituto dà vita ad una nuova serie di iniziative: viaggi didattici in Italia e all'estero, anche in nave e in aereo (se ne è fatta di strada dalla prima gita scolastica del 1889 alla Certosa di Pavia, in treno! Ma la linea è sempre la stessa, per quanto aggiornata alle mutazioni del tempo: il contatto diretto con uomini e cose del mondo), gemellaggi con Istituti stranieri, "stages" di studio e di ricerca, mensa ed ambulatorio medico, nonchè attività integrate culturali e commemorazioni che coinvolgono anche la città. Sono
gli anni del '"boom" dell'istruzione media superiore: le iscrizioni aumentano a
ritmo vertiginoso, gli alunni passano il migliaio e il "Bassi" non ce la fa più a
che solo qualche tempo prima sembrava vastissima.

Cosi nel 1966, viene creata una sezione staccata per ragionieri a Melegnano e, nel 1967 un'altra analoga a Codogno.

Siamo ormai entrati negli anni Settanta, gli anni della contestazione studi partecipazione e del bisogno
di riforme, delle discussioni (tra l'appassionato e il bizantino) sulla scuola verticale od orizzontale, delle rivendicazioni innovative e della fede nei riti consoli
dati. Qui la storia sfuma nella cronaca e nel divenire quotidiano, dove si forma
quella che sarà la storia di domani: occorre quindi procedere segnalando solo, nella loro successione cronologica, alcuni fatti essenziali:
Eccoli;
-Le sezioni staccate di Melegnano e Codogno diventano Istituti autonomi
-Nasce una sezione staccata per ragionieri a S. Angelo Lodigiano, che
poi diventerà Istituto autonomo
-Si crea un corso serale commerciale
la continua crescita degli alunni comporta l'istituzione di distaccamenti in città: dapprima provvisori, poi definitivi.

-Nasce un corso commerciale specializzato  in informatica

-Si progetta un corso sperimentale per geometri.

 

Le legioni di ragionieri e geometri uscite nel tempo del "Bassi" hanno
contribuito con la loro operosità, a costruire il tessuto forte della vita sociale
del Paese piccolo e nel Paese grande, con ingegno ed impegno.
Parecchi ne hanno fatta di strada: sono oggi banchieri importanti, professionisti affermati, imprenditori di qualità. Se oggi, mentre scriviamo,
il Vice Sindaco, il Presidente dell'USSL, il Presidente dell'Associazione Industriali di Lodi nonchè il Presidente e i Direttori generali e centrali di prestigiosi
Istituti di credito locali e nazionali sono ex-alunni del '"Bassi'", non è certamente un fatto da imputarsi al caso.

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Storia Di Agostino Bassi

 

Nacque a Mairago, un paesino nei pressi di Lodi, il 25 settembre 1773 da Rosa Sommariva e Onorato Bassi, un ricco proprietario terriero. Aveva un fratello gemello, Giovanni Francesco.

Nonostante la sua particolare passione per la biologia il padre non volle fargli seguire studi in tal senso desiderando che si occupasse della proprietà di famiglia, diventando un funzionario dell'impero asburgico. Per questo si laureò in giurisprudenza, tuttavia nel corso della sua vita coltivò la sua reale passione dedicandosi a studi di medicina, biologia e patologia animale e vegetale, dando in ciascun campo importanti contributi. Infatti, già all'Università di Pavia, che frequentò come alunno del Collegio Ghislieri, durante i suoi studi in giurisprudenza, seguiva parallelamente anche corsi di fisica, chimica e medicina tenuti da docenti come Volta, Scarpa, Rasori e Spallanzani. Di quest'ultimo seguì le lezioni fino alla sua morte.

Nel 1802 venne chiamato a far parte della delegazione del Dipartimento dell'Adda ai comizi di Lione nei quali fu approvata la costituzione della Repubblica Italiana.

Dopo lunghe ricerche sul calcino o moscardino, malattia del baco da seta, che partirono nel 1807 e lo occuparono per circa 25 anni, nel 1835 dimostrò che tale patologia è causata da un parassita microscopico che si trasmette per contatto e tramite cibo infetto. I risultati delle sue ricerche furono pubblicati nell'opera intitolata Del mal del segno, calcinaccio o moscardino. Questa opera, per la sua importanza nella lotta alla malattia che aveva arrecato notevoli danni alla produzione della seta e il conseguente risvolto economico nell'industria della seta, fu tradotta in francese e distribuita in tutta Europa.

Partendo da questa importante scoperta il Bassi teorizzò che tutte le patologie contagiose animali e vegetali sono causate da parassiti, come spiegò nel suo scritto dal titolo Del contagio in generale (1844), precorrendo la teoria del contagio, in cui dimostrò che l'agente eziologico della malattia è un fungo microscopico (al quale Balsamo-Crivelli diede in suo onore il nome di Botrytis bassiana) la quale, ripresa e sviluppata da Pasteur, rappresenta la base della patologia moderna.

Svolse anche grande opera di prevenzione, prescrivendo i metodi per eliminare la malattia del baco da seta, con notevole successo. Fu anche l'autore di un lavoro sulla coltivazione delle patate, sul formaggio, sulla vinificazione, sulla lebbra e sul colera.

Per l'importanza dei suoi studi la Francia gli riconobbe il titolo di Cavaliere della Legion d'Onore nel 1840. Morì a Lodi l'8 febbraio del 1856. La sua tomba si trova nella chiesa romanica di San Francesco, in Piazza Ospitale, a Lodi. A lui è intitolato l'Istituto Tecnico Economico di via Porta Regale a Lodi.

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